Comune di Temesa: polemiche sui confini

Con l’avvicinarsi della data del voto per il referendum, in cui gli elettori di Campora San Giovanni e Serra d’Aiello avranno possibilità di scegliere per la nascita del nuovo Comune, si riaccendono le voci delle posizioni favorevoli e contrarie.

Il quesito approvato dal presidente della Regione la scorsa settimana recita testualmente Volete voi il trasferimento della frazione di Campora San Giovanni dal comune di Amantea (CS) al comune di Serra d’Aiello (CS) il quale, a seguito della modifica dei confini secondo la planimetria allegata alla PL 54/12^, assume la denominazione di Temesa?.

Ed ecco che i confini identificati e tracciati nella planimetria smuovono le critiche di coloro che sono stati tagliati fuori.

Il riferimento storico-archeologico come leva del comitato promotore

Le posizioni che si confrontano sull’esito del referendum e quindi sul passaggio della frazione di Campora San Giovanni da un Comune all’altro si delineano abbastanza chiaramente.

Da un lato c’è il fronte del SÌ e il Progetto Temesa intorno a cui si stringe il comitato promotore “Ritorno alle origini di Temesa”. Come è palese già nella denominazione l’aspetto prevalente che ha mosso questo gruppo è la comune identità storica e territoriale delle zone interessate. 

Secondo il gruppo infatti recenti ricerche storico-archeologiche hanno individuato nella parte centrale della costa tirrenica della Calabria e più precisamente quella a nord del fiume Savuto e quella a sud del fiume Oliva, la parte di territorio che viene riconosciuto come quello su cui si trovava l’antica Temesa.

Da queste evidenze è partito il lavoro svolto per delineare con precisione i confini delle località che andranno a far parte della nuova entità amministrativa. Lavoro che è stato poi accolto e approvato anche dal Consiglio Regionale, che ha proseguito con l’iter normativo previsto.

Una scelta dunque non arbitraria – a detta del comitato – ma supportata da precisi riferimenti storici e archeologici.

I sospetti avanzati dalle voci contrarie

Dall’altro lato invece si oppone il fronte del NO che batte proprio su questo tasto di incongruenza, sul fatto che il metodo di scelta dei confini rischia di spaccare comunità che hanno costruito nel tempo un percorso comune. Risalire ad passato così lontano per giustificare la separazione dal Comune di Amantea taglia fuori tutta la storia più recente, che invece è stata costruita su una contiguità differente, soprattutto con le località che insistono sullo stesso tratto di costa. 

Il sospetto avanzato è che i promotori della separazione lavorino per tornaconto politico personale più che per la promozione del bene della comunità camporese.

mariacg

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