Michele Ruperto, fondatore dell’e-commerce ed enoteca specializzata “Calabria Gourmet”, si racconta ai microfoni di Amantea.info. Il 38nne amanteano è stato nominato di recente come miglior sommelier calabrese e adesso è pronto a raccogliere una doppia sfida: il concorso per il premio di miglior sommelier d’Italia, che si svolgerà a Sorrento il prossimo 12 novembre, e un altro concorso nazionale a tema Calabria, di cui conosceremo i dettagli nelle prossime settimane.
Abbiamo parlato con lui della sua storia, dei suoi progetti e soprattutto di Calabria Gourmet, l’enoteca online che ha permesso a Ruperto di raccontare a tutto il mondo le qualità dei vini calabresi.
Di seguito vi proponiamo la nostra intervista a Michele Ruperto.
Michele, innanzitutto complimenti per questo importante riconoscimento. Ci puoi descrivere cosa significa per te essere il miglior sommelier calabrese?
Grazie mille! Chi vince questo concorso è a tutti gli effetti ambasciatore del vino calabrese nel mondo, un traguardo importante che aggiunge responsabilità a quello che comunque faccio già da tanti anni, ovvero raccontare il vino calabrese! Ne sono molto orgoglioso.
Ci hai rivelato che la competizione è stata particolarmente agguerrita…
Sì, giornata intensa, i partecipanti sono stati tutti bravi, il livello di preparazione sta salendo tra i sommelier calabresi. Anche nel 2019, quando arrivai secondo, fu una bellissima competizione.
Cosa ti aspetti adesso dalla gara nazionale? Ricordiamo ai nostri lettori che il 12 novembre, a Sorrento, sarai tra i concorrenti che si giocheranno il titolo di Miglior Sommelier Italiano.
La vivrò come un’esperienza unica che certamente sarà ricca di ansia ed emozione. In due giorni potrò imparare, comunque vada, tante cose nuove grazie ai test da affrontare e al confronto con sommelier di grande spessore.
La competizione nazionale è molto difficile vincere, bisogna essere obiettivi, ma mai dire mai. Io vedo il bicchiere sempre pieno: possiamo certamente dire che per il 2022 sarò tra i primi 12 in Italia!
Questa giornata mi darà certamente maggior coraggio e preparazione per un concorso nazionale che si terrà in Calabria la prossima primavera, nel quale penso di avere molte possibilità di arrivare sul podio. Un concorso a tema Calabria con sommelier da tutta Italia, ma di cui non posso anticipare nulla.
Cosa ha significato per la tua formazione Amantea e in generale tutto il territorio del Basso Tirreno Cosentino? Sappiamo che è proprio qui che hai mosso i primi passi nella ristorazione.
Aver avuto l’opportunità di formarmi nelle strutture del territorio è stata una fortuna impagabile, perché penso, e ne sono convinto, che il Tirreno vanti professionisti di elevato spessore. Un altro dettaglio che mi ha aiutato tanto nella vita è stata la fortuna di aver avuto alla scuola Alberghiera di Paola dei professori davvero bravi, come pochi in Calabria: la prof. Cupello e il prof. De Luca.
Come nasce, invece, la tua passione per i vini calabresi?
La mia passione per i vini calabresi nasce nel 2011, quando tornai dall’Inghilterra con l’idea di fermarmi un paio di anni in Calabria. In quest’occasione lavorai in un noto ristorante calabrese e cominciai ad approfondire non solo i vini calabresi, ma anche la nostra spettacolare storia enologica!
Si perde tra storia, miti e leggende, da lì ho avuto come una sorta di chiamata celeste! Non mi spiegavo perché i nostri vini cosi buoni non fossero conosciuti in Italia e decisi di non partire più e di dedicarmi alla mia Terra.
Perché i nostri vini hanno impiegato più tempo ad emergere rispetto a quelli di altre regioni italiane? Non credi manchi un po’ di consapevolezza circa la qualità e la storia della nostra enogastronomia, oltre a mancare un vero e proprio brand trainante del vino calabrese?
Qui ci sarebbe da scrivere un libro. Il mondo del vino calabrese è partito subito in quinta, pensa che la DOC in Italia nasce nel 66 e già solo nel 69 arriva la DOC Cirò, tra le prime d’Italia e del sud Italia. Poi però ci si è persi per strada, si è puntato sulla quantità e le rese alte a discapito della qualità.
Il nostro vino per decenni veniva mandato in altre regioni da usare come vino da taglio, essendo ricco di struttura, polifenoli e acidità. In poche parole, abbiamo aiutato gli altri a fare grandi vini. Per fortuna negli ultimi 20/25 anni abbiamo capito che era arrivato il momento di fare il nostro!
Raccontaci un po’ del tuo progetto Calabria Gourmet. Tu lo definisci come una boutique del gusto e un luogo di fiducia per il consumatore. Ci puoi spiegare cosa intendi?
La mia idea è sempre stata quella di portare un servizio da ristorante stellato, dove ho lavorato per anni, dietro uno schermo e al servizio di clienti lontani. Impresa ardua, che mi è costata 10 anni di lavoro!
Se noti, il 99% dei siti online, non ha un nome di riferimento. Parli con lo staff, ti risponde lo staff, hai a che fare con un’assistenza clienti generica e che cambia di continuo.
Io invece seguo uno ad uno i miei clienti, parlano con me, mi chiamano per qualsiasi cosa, sanno che rispondo 7 giorni su 7, anche solo per un saluto. Questo crea, secondo me, enorme fiducia nel consumatore finale.
Certo, è difficile quel che faccio, ma fino a quando posso porterò avanti questo modo di lavorare. La squadra intorno a me, mi consente di dedicarmi a 200/250 clienti al giorno.
Quanto è stato difficile per te, da sommelier che ha lavorato per anni nell’alta ristorazione, intraprendere un percorso professionale diverso, entrando in un settore in perenne evoluzione come quello delle vendite online?
Estremamente difficile. Così difficile che, se avessi saputo che il 2013 che sarebbe stato così faticoso, probabilmente non avrei nemmeno iniziato. Ti ho detto tutto.
Le persone pensano che la vendita online sia una cosa semplicissima, ma quando parliamo di uno store che ambisce a fare numeri seri, entriamo in un argomento davvero molto complesso e arduo.
Parlando nel dettaglio del tuo sito, mi ha colpito particolarmente la tua sezione Vini calabresi, soprattutto perché dai la possibilità ai consumatori di scegliere per davvero il vino giusto in base alle loro esigenze. Possono selezionare, ad esempio, il vino in base alla tipologia e al produttore, ma anche in base al tipo di abbinamento con il cibo. Quanto è importante in questo lavoro mettersi nei panni di chi deve acquistare una bottiglia e capire cosa stanno cercando realmente?
Mi fa molto piacere che hai visto il mio store con attenzione. La parte dei filtri è una cosa di cui vado molto fiero, è un lavoro estremamente complesso. Il cliente deve raggiungere il prodotto che cerca e completare l’acquisto in meno di 10 click, e i miei filtri aiutano nella scelta.
Poi è molto importante mettersi nei panni di chi compra, ecco perché il cliente, come ti dicevo prima, mi chiama prima di concludere l’ordine, vuole essere sicuro del mio parere e del vino che compra. In questo modo, se comprano la bottiglia giusta la ricomprano o mi chiedono una cosa simile negli ordini successivi, e così continuano ad acquistare nel tempo.
Ecco perché ci sono io in prima linea a consigliare i clienti. Non basta una semplice assistenza clienti.
Per fare tutto questo non solo devi conoscere tutti e 600 vini calabresi che ho scelto, ma devi avere anche competenze tecniche e psicologiche per poter dare il vino giusto in pochi secondi.
E se non sei stato almeno 15 anni nella ristorazione stellata non puoi farlo. In tanti provano a copiarmi (copiano addirittura tutti i miei testi), ma non potranno mai fare quello che faccio io perché appunto il fattore umano è unico. Potranno fare meglio o peggio, ma non come lo faccio io perché non sono replicabile!
Che progetti hai per il tuo futuro? Hai intenzione di creare qualcosa sul territorio, magari proprio ad Amantea?
Ho già provato sul territorio, ho avuto uno store offline dal 2013 al 2015 ma il territorio calabrese, in genere, non è idoneo per attività di sola enoteca senza consumazione. Siamo realisti, la Calabria è troppo grande e mal collegata per prendere clienti fuori il comprensorio, siamo tanti e troppo sparsi, inoltre, 30 mila giovani l’anno lasciano la Calabria, intere generazioni dopo gli anni Novanta oggi non ci sono più.
Non si può investire in un Territorio che decresce invece di crescere. Se avessi fatto questi ragionamenti nel 2013 probabilmente non avrei proprio aperto quell’attività che comunque mi ha insegnato tanto.
Oggi spedisco in 35 Stati Europei, e su 600 milioni di persone, 100 milioni sono potenziali clienti. Ormai sono proiettato verso questo orizzonte e non al mercato locale.
Anche perché, non hai idea di quanti calabresi comprino comunque da Calabria Gourmet! Vuoi per il servizio, vuoi per l’annata sempre fresca, vuoi perché la benzina costa un botto, ma comprano da me. Porto loro il vino a casa e sono felici e soddisfatti!
Ultima domanda. Se dovessi effettuare un abbinamento vino/prodotto calabrese per chi non ha mai assaggiato i nostri prodotti, cosa consiglieresti?
Io proporrei il mantonico di Bianco RC (che non è il mantonico bianco generico). Magari l’autoritratto di Antonella Lombardo. E’ una bacca bianca a cui mi sto appassionando molto dopo i recenti studi universitari che dimostrano come questo vitigno di origine greca sia l’antenato del 90% dei vitigni del mondo. Tracce del suo DNA sono state trovate in ogni angolo del pianeta.
Da decenni il mondo del vino lo conosce solo come vino passito ma, le recenti versioni secche, hanno portato alla luce le sue caratteristiche: presenza di polifenoli e acidità, grande forza pulente al palato con una buona complessità e una leggera percezione di astringenza.
Lo abbinerei ad un erborinato di Bufala dell’azienda il Granatore di Palmi, oppure, per restare nel nostro territorio di Amantea, ad un erborinato di capra della nota azienda Santanna. Cin Cin e grazie per questa occasione!
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