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Da Pelloux a Meloni. Democrazia è… libertà di riunione

Si terrà sabato 19 novembre un incontro- dibattito dal titolo “Da Pelloux a Meloni – Democrazia è… libertà di riunione”.

L’appuntamento, presso il Mediterraneo Palace Hotel di Amantea, è organizzato dall’associazione nazionale Democrazia e Legalità, fondata da Elio Veltri.

A partire dalle ore 17.30 sarà possibile ascoltare le relazioni di Rosanna Grisolia, referente regionale di Democrazia e Legalità, di Walter Nocito, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università della Calabria e di Luigi Villani, amministratore nazionale di Democrazia e Legalità.

Seguiranno poi altri interventi che arricchiranno il dibattito di voci plurali, con esponenti di aree differenti. Da programma infatti è prevista la presenza di Maurizio Acerbo segretario nazionale di Rifondazione Comunista, di Enza Bruno Bossio per il Partito Democratico, di Michele Conia sindaco di Cinquefrondi ed esponente di Unione Popolare, di Anna Laura Orrico deputata del Movimento 5 Stelle.

Inoltre interverranno anche Stefano Scalercio e Rossana Vulcano del laboratorio politico “Primavera della Calabria”.

Le conclusioni saranno affidate ad Alfonso Lorelli, docente e saggista.

Ritrovare nella storia esempi di difesa della democrazia

L’idea di questo appuntamento parte dai fatti più recenti di scelte politiche del nuovo governo Meloni come occasione di confronto e di dibattito per tenere alta l’attenzione sulla libertà di stampa e più in generale sulle libertà democratiche, partendo dall’esempio della storia.

Il Decreto Legge, ipocritamente definito anti rave – dichiara la docente Rosanna Grisolia, organizzatrice del convegno – mi ha riportato alla memoria i famosi decreti liberticidi di Pelloux (Presidente del Consiglio dal giugno del 1898) un anno dopo. In realtà, Pelloux aveva portato in parlamento dei disegni di legge restrittivi della libertà di stampa, di associazione e di riunione. Fu solo grazie all’ostruzionismo parlamentare, strumento per la prima volta adottato nel nostro parlamento e utilizzato dai partiti socialisti, radicali e liberali, che i provvedimenti vennero ritirati e ripresentati sotto forma di Decreto Legge. La reazione allora fu sorprendente: il Paese, gli intellettuali e il parlamento reagirono con fermezza e serietà. Ai partiti della prima ora si aggiunsero i conservatori moderati e attraverso l’ostruzionismo si arrivò allo scioglimento delle Camere e a nuove elezioni nel 1900, quando “l’estrema” ebbe uno straordinario successo.

Oggi – si chiede Grisolia – i parlamentari, la stampa libera ancora rimasta, i cosiddetti intellettuali riusciranno ad ottenere il ritiro del Decreto legge? Ultima nota: i decreti di Pelloux prevedevano l’arresto fino a 3 mesi per le riunioni non autorizzate. L’opposizione fluida attuale si accontenterà di una pena di poco inferiore ai 5 anni?

mariacg

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