Il passaggio da un anno all’altro segna il momento dei bilanci. E dicembre è anche il periodo delle classifiche. E partendo dalla 33ª edizione della Qualità della vita realizzata dal Sole 24 Ore dobbiamo registrare cattive notizie per la Calabria.
L’indagine fotografa il livello di benessere nelle province italiane, analizzando i dati relativi a 90 indicatori, suddivisi nelle categorie ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, società e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero.
Sommando i punteggi attribuiti a tutti gli indicatori presi in considerazione, la nostra regione si colloca nel fondo della classifica, segnando un profondo e crescente divario tra il nord e il sud.
Cosenza prima tra le calabresi
Iniziando la lettura con uno sguardo ottimista, la provincia di Cosenza risulta la prima tra le calabresi.
Il suo 95° posto però la colloca comunque nella parte più bassa della classifica.
Una fotografia che restituisce dunque un quadro generale non certo roseo, evidenziando lacune e mancanze nei diversi tasselli che compongono una visione positiva del benessere delle comunità e dei territori.
Difficoltà che emergono per il 2022 non solo a causa di ritardi locali, ma che rispecchiano comunque un contesto globale particolarmente elaborato, che aggrava e appesantisce meccanismi già rallentati.
Naturalmente la ricerca focalizza la sua analisi su dati aggregati, che nelle singole province comprendono territori piuttosto differenti tra loro, mettendo in luce un risultato che non può essere del tutto esaustivo. Ci sono in ogni caso alcuni segnali che può essere utile tenere in considerazione, soprattutto nell’orizzonte di un miglioramento e di uno sviluppo collettivo.
Proporzioni del tutto differenti ad esempio emergono analizzando gli indici sull’istruzione femminile, secondo cui Cosenza scala verso l’alto numerose posizioni nella classifica nazionale rispetto al numero delle laureate, cedendo però il primato regionale ad altre province.
