Referendum: la spinta all’autonomia della comunità di Campora

L’associazione “Ritorno Alle Origini di Temesa” rispedisce al mittente le accuse di irregolarità e di interesse politico mosse dalle voci contrarie al referendum di separazione di Campora San Giovanni da Amantea.

Ripercorrendo le tappe che hanno portato al decreto attuativo del presidente della Regione, il Comitato pone sopra ogni scelta la volontà di autonomia dei camporesi per un maggiore sviluppo economico e sociale della comunità.

Una spinta che affonda le sue radici ancor prima dell’avvio dell’iter procedurale per il referendum. Il Comitato infatti ricorda che già nel 1977 era stata proposta una raccolta di firme che raggiunse circa il 90% dei consensi.

La correttezza nelle tappe verso l’autonomia

Riportando il dibattito all’attualità, il Comitato rivendica di aver seguito con precisione le tappe necessarie per la realizzazione del percorso di ridefinizione dei confine comunali, corredando ogni passaggio con opportuna documentazione.

Una delle questioni sul tavolo è sicuramente quella sul numero di abitanti e il conseguente rischio per Amantea di scendere sotto la soglia dei 10.000. Il dato preso in considerazione sembra infatti non essere uniforme tra le parti in causa. La nostra correttezza non può in nessun modo essere messa in discussione, il documento da noi prodotto che attesta l’effettivo numero degli abitanti di Amantea post scissione è assolutamente ufficiale e rilasciato dall’ufficio anagrafe del Comune di Amantea ed è l’unico documento ufficiale agli atti, già visionato dalle Commissioni Regionali preposte dal TAR e dal CDS, che per la precisione indicava una popolazione residua di 10.498 abitanti. Oggi l’Amministrazione comunale afferma che la popolazione sarebbe di 9. 865 dove sono finiti gli atri seicento?

Altra replica è sull’inammissibilità delle audizioni richieste dal Comitato “Amantea Unita” che non è stato in grado di presentare alcuna documentazione in quanto mai iscritti come associazione presso l’Agenzia delle Entrate.

Il lavoro del Consiglio Regionale dunque sembra aver seguito un regolare iter procedurale, assumendo le proprie decisioni sulla base di documenti ufficiali e verificabili.

Infine un passaggio viene fatto anche in merito ai debiti del Comune di Amantea e allo “scippo” di infrastrutture e opere che la nuova conformazione territoriale sottrarrebbe alla cittadina nepetina a favore del nascente Comune di Temesa. Il Comitato su questo punto batte su una mancata attenzione che le varie amministrazioni hanno nel tempo riservato alla frazione di Campora e ad una ripartizione ora equa che con il referendum si potrebbe realizzare. A parte il fatto che il porto Turistico è stato finanziato con fondi regionali e che il PIP non ha prodotto alcun deficit finanziario per le casse comunali anzi… Nessuno mai di Campora si è sognato di discutere le infrastrutture che invece ricadono nel territorio di Amantea, il Lungomare (che Campora non ha), gli accessi al mare (che Campora non ha), il Polo Scolastico.

Tra le diverse posizioni che in questi giorni si stanno confrontando e scontrando, l’ultima parola resta in ogni caso alle urne e alla maggioranza che si esprimerà con il voto.

mariacg

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