Dopo l’appuntamento di lunedì 3 luglio con la visione di “Vivre sa vie” del regista francese Jean-Luc Godard, il Terrenito propone stasera un nuovo film.
Si cambia completamente scenario con “Son-Mother” e il programma dedicato alla cultura iraniana.
La pellicola segue la storia di Leila, una vedova con due figli a carico, che incontra Kazem, un uomo gentile che vorrebbe sposarla, ponendo però, suo malgrado, una condizione difficile da accettare.
La vita di una madre in una cultura maschilista
“Son-Mother” è il primo film del percorso pensato da La Guarimba per fare luce su un mondo che sembra del tutto distante dal nostro ma che si può imparare a conoscere, perché forse poi così distante non è.
E si può fare anche attraverso il lavoro che il movimento artistico femminista dell’Iran sta realizzando, nonostante le pressioni della dittatura, per dare voce e visibilità alle donne oppresse.
La storia di Leila si snoda infatti tra disagio economico ed emotivo, nell’insicurezza sociale di essere donna senza un uomo accanto quindi facilmente attaccabile con calunnie, ma anche nel suo desiderio di autonomia, di potersela cavare nonostante tutto.
Questo secondo lungometraggio della regista Mahnaz Mohammadi, premiato al Roma Film Festival, mostra come le regole maschiliste di una società patriarcale, possano condizionare la vita di una madre, accendendo i riflettori su una storia di solitudine e precarietà lavorativa, di dolore e di sopravvivenza che scuote gli animi.